Quali
sono i comportamenti dei bambini da osservare e monitorare a scuola per
intercettare indizi precoci dei disturbi specifici di apprendimento?
Attenti
alla dislessia!
Nella
scuola si parla sempre più insistentemente di disturbi specifici di
apprendimento e, in particolare, di dislessia.
E’
una questione che riguarda i bambini prima dei 6 anni, oppure no?
Ed
eventualmente che cosa si può fare?
Intanto
bisogna precisare che solo uno specialista può fare una diagnosi certa.
Tuttavia
gli insegnanti possono fornire alla famiglia e allo specialista stesso, utili
indicazioni.
Prima
di tutto occorre escludere altri fattori che possono essere all’origine di
comportamenti simili a quelli dei soggetti dislessici.
Ecco
alcune essenziali indicazioni per condurre il ragionamento in maniera corretta.
Di
solito la dislessia viene identificata con un tipo di difficoltà nella lettura,
ma in realtà si tratta di un disturbo molto più ampio.
Il
dislessico non ha problemi di vista, ovvero la discriminazione di lettere, né
di intelligenza, ritardo mentale, né di associazione del suono alla
lettera/segno che vede.
Al
contrario, il dislessico esibisce molti altri sintomi: egli è sempre disgrafico,
discalculico e a volte presenta anche delle disfunzioni.
Ora
sappiamo che l’apprendimento della lettera avviene manifestato intorno ai 6
anni, nella scuola primaria; tuttavia, poiché la dislessia non è un problema
che attiene semplicemente al rapporto del lettore con le lettere, bensì consta
di un problema ben più esteso, esso può essere diagnosticato e quindi trattato, già almeno a 4/5 anni.
Conclusioni
Cosa fare dunque nella scuola per prevenire?
1.
Osservare
attentamente i bambini nei loro piccoli comportamenti di coordinazione;
2.
Favorire
la prevenzione proponendo ai bambini molte attività di coordinamento percettivo,
motorio, linguistico, verbo-motorie, senso-motorie, ideo-motorie;
3.
Non
confondere i disordini esecutivi con le condizioni di deficit;
4.
Non
confondere i disordini esecutivi con la mancanza di intelligenza, di volontà,
né con problemi fonologici;
5.
Dialogare
con i genitori;
6.
Dialogare
con il dirigente scolastico per attivare nell’Istituto un servizio dedicato
alle difficoltà dei bambini.
Fonte: Piero Crispiani (Direttore scientifico del Centro Italiano Dislessia), Scuola
dell’infanzia GIUNTI Scuola, 2010
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