mercoledì 31 luglio 2013

Dislessia, come prevenirla

Quali sono i comportamenti dei bambini da osservare e monitorare a scuola per intercettare indizi precoci dei disturbi specifici di apprendimento?
Attenti alla dislessia!
Nella scuola si parla sempre più insistentemente di disturbi specifici di apprendimento e, in particolare, di dislessia.
E’ una questione che riguarda i bambini prima dei 6 anni, oppure no?
Ed eventualmente che cosa si può fare?
Intanto bisogna precisare che solo uno specialista può fare una diagnosi certa.
Tuttavia gli insegnanti possono fornire alla famiglia e allo specialista stesso, utili indicazioni.
Prima di tutto occorre escludere altri fattori che possono essere all’origine di comportamenti simili a quelli dei soggetti dislessici.
Ecco alcune essenziali indicazioni per condurre il ragionamento in maniera corretta.
Di solito la dislessia viene identificata con un tipo di difficoltà nella lettura, ma in realtà si tratta di un disturbo molto più ampio.
Il dislessico non ha problemi di vista, ovvero la discriminazione di lettere, né di intelligenza, ritardo mentale, né di associazione del suono alla lettera/segno che vede.
Al contrario, il dislessico esibisce molti altri sintomi: egli è sempre disgrafico, discalculico e a volte presenta anche delle disfunzioni.
Ora sappiamo che l’apprendimento della lettera avviene manifestato intorno ai 6 anni, nella scuola primaria; tuttavia, poiché la dislessia non è un problema che attiene semplicemente al rapporto del lettore con le lettere, bensì consta di un problema ben più esteso, esso può essere diagnosticato e quindi trattato, già almeno a 4/5 anni.


Conclusioni
Cosa fare dunque nella scuola per prevenire?
1.     Osservare attentamente i bambini nei loro piccoli comportamenti di coordinazione;
2.     Favorire la prevenzione proponendo ai bambini molte attività di coordinamento percettivo, motorio, linguistico, verbo-motorie, senso-motorie, ideo-motorie;
3.     Non confondere i disordini esecutivi con le condizioni di deficit;
4.     Non confondere i disordini esecutivi con la mancanza di intelligenza, di volontà, né con problemi fonologici;
5.     Dialogare con i genitori;
6.     Dialogare con il dirigente scolastico per attivare nell’Istituto un servizio dedicato alle difficoltà dei bambini.
 
Fonte: Piero Crispiani (Direttore scientifico del Centro Italiano Dislessia), Scuola dell’infanzia GIUNTI Scuola, 2010

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